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Cenni storici:
Caivano: In epoca pre-romana il centro che sarà poi chiamato Caivano già esisteva quale nucleo abitato, come è documentato dal ritrovamento - nella prima metà del XX secolo - di dolii (grossi vasi per alimenti) in quattro cortili adiacenti nell'isolato fra via Capogrosso e via don Minzoni, nella parte ritenuta tradizionalmente la più antica di Caivano (IMG rid. 88k, est. 127k). Una tomba del I secolo dopo Cristo fu rinvenuta nel 1923 presso la Chiesa di S. Barbara. Essa, custodita al Museo Nazionale, è adorna con pitture murali raffiguranti fra l'altro le case di un villaggio, forse l'antico villaggio osco ormai romanizzato.
Il territorio fu oggetto di centuriazione sia all'epoca dei Gracchi (Ager Campanus I, circa 133 a. C.; IMG rid. 16k, est. 22k) che in età augustea (Acerrae-Atella I; IMG rid. 21k, est. 29k). La centuriazione più antica sembra aver influenzato la collocazione delle chiese e della torre del castello mentre per l'altra non vi sono tracce evidenti (IMG rid. 42k, est. 42k; per una visione complessiva del territorio si veda: IMG rid. 354k, est. 344k).
Il nome del luogo induce a supporre che fosse già abitato, come proprietà patrizia con coloni, praedium calavianum, già in epoca romana. Con l'invasione longobarda la zona appartenne al principato di Benevento e Caivano fu forse sottoposto a S. Arcangelo, all'epoca villaggio fortificato longobardo a sua volta dipendente dal gastaldato di Suessula. Con la fondazione di Aversa da parte dei Normanni, il nostro centro, la cui esistenza è attestata da documenti scritti a partire dal X secolo, divenne uno dei suoi casali. Agli inizi del '300 fu fortificato e divenne feudo indipendente, unico tra i centri del territorio aversano a non essere un casale di Aversa.
Per conquistare il regno di Napoli Alfonso di Aragona occupò Caivano, che era circondato da mura, e dovette assediare di persona per ben tre mesi il forte castello, ottenendone alla fine la resa a patti perchè gli assediati avevano esaurito i viveri. Il castello di Caivano è anche menzionato in un documento del 1432 in cui si parla della consegna delle fortificazioni di Capua (PDF 33k). Della conquista Re Alfonso diede notizia ad un suo sostenitore mediante una lettera che ci è pervenuta (PDF 17k). Inutilmente gli aversani chiesero a re Alfonso di Aragona il ritorno di Caivano sotto il loro diretto dominio. Nel '500, come risulta anche da una testimonianza in lingua spagnola, l'abitato era composto da tre nuclei: Caivano propriamente detto, il Borgo Lupario e il borgo S. Giovanni e tale distinzione fu percepita fino a fine ottocento. Fino al XVI secolo Caivano fu il più popoloso dei centri ricadenti sul territorio dell'antica Atella, per cedere poi il passo a Afragola, Frattamaggiore e poi anche ad Arzano e Casoria. Con la costituzione murattiana dei comuni, a Caivano furono aggregati i casali di Pascarola e Casolla Valenzano e il territorio di S. Arcangelo, ormai casale disabitato.
Per i feudatari di Caivano nel cinquecento e seicento si vedano i quinternioni (HTM 27k, ZIP 147k). Caivano apparteneva alla diocesi atellana e con la costituzione della diocesi aversana passò a tale nuova diocesi. Nella chiamata vescovile del Buon Pastore i parroci di Caivano sono i primi ad essere chiamati fra i parroci della ex-diocesi atellana, a testimonianza dell'antichità del luogo (Parente).
Il centro è riportato nella carta del Rizzi-Zannone del 1793 (IMG 27k). Per una visione d'insieme di Caivano e frazioni nel 1793 si veda: IMG 235k.
Casolla Valenzano: Il territorio fu oggetto di centuriazione sia all'epoca dei Gracchi (Ager Campanus I, circa 133 a. C.; IMG rid. 16k, est. 22k) che in età augustea (Acerrae-Atella I; IMG rid. 21k, est. 29k), ma solo della prima centuriazione rimangono tracce (IMG rid. 25k, est. 25k). Il nome del luogo induce a supporre che fosse già abitato, come proprietà patrizia con coloni, già in epoca romana. L'allineamento con la centuriazione più antica induce ad ipotizzare che il fondo romano risale almeno all'epoca dei Gracchi. Con l'invasione longobarda il praedium valentianum appartenne al principato di Benevento. Con la fondazione di Aversa da parte dei Normanni, Casolla Valenzano divenne uno dei suoi casali e tale rimase fino alla costituzione dei comuni in epoca murattiana nella quale fu aggregato unitamente a Pascarola al comune di Caivano. Per i feudatari di Casolla Valenzano nel cinquecento e seicento si vedano i quinternioni (HTM 6k, ZIP 5k). Il centro apparteneva alla diocesi atellana e con la costituzione della diocesi aversana passò a tale nuova diocesi.
Il centro è riportato nella carta del Rizzi-Zannone del 1793 (IMG 34k).
Pascarola: La zona di Pascarola fu oggetto di centuriazione sia all'epoca dei Gracchi (Ager Campanus I, circa 133 a. C.; IMG rid. 16k, est. 22k) che in età augustea (Acerrae-Atella I - IMG rid. 21k, est. 29k -, e marginalmente, Atella II; IMG rid. 10k, est. 13k) ma non sono rimaste tracce sensibili di tali centuriazioni (IMG rid. 28k, est. 27k; per la zona di Pascarola in generale si veda: IMG rid. 319k, est. 308k). La zona evidentemente dovette essere incolta e utilizzata come pascolo in epoca medioevale e da ciò deriva probabilmente il nome del luogo, divenuto centro abitato in tale epoca. Ma il sito originario di Pascarola, documentato nella sua esistenza dall'XI secolo, non era l'attuale bensì dove è la cappella di S. Giorgio. Nel XII secolo una ricca famiglia, i Gaderisio, eressero nella loro proprietà, nel sito attuale di Pascarola, una cappella privata dedicata a S. Maria. In tempi successivi il vecchio sito di Pascarola si spopolò e la proprietà Gaderisio assunse il nome di Pascarola mentre nel contempo la cappella di S. Maria assumeva il nome di chiesa di S. Giorgio e la vecchia chiesa decadeva a cappella di campagna.
La zona di Pascarola faceva parte dei domini longobardi e della diocesi aversana. Con la fondazione di Aversa il centro ne divenne un casale mentre la chiesa veniva assorbita nella nuova diocesi aversana. Con la costituzione murattiana dei comuni, Pascarola fu aggregato a Caivano.
Per i feudatari di Pascarola nel cinquecento e seicento si vedano i quinternioni (HTM 15k, ZIP 9k).
Il centro è riportato nella carta del Rizzi-Zannone del 1793 (IMG 43k).
S. Arcangelo: Il territorio fu oggetto di centuriazione sia all'epoca dei Gracchi (Ager Campanus I, circa 133 a. C.; IMG rid. 16k, est. 22k) che in età augustea (Acerrae-Atella I; IMG rid. 21k, est. 29k), e di entrambe le centuriazioni non rimangono tracce evidenti (IMG rid. 334k, est. 314k). Nel luogo in epoca romana esisteva un praedium, come è stato con certezza provato dal recente ritrovamento di una villa romana. Il nome del luogo in epoca romana ci è ignoto, ma forse poteva essere 'praedium marcilianum' dal nome di una zona adiacente detta Marcigliano.
Il centro fu occupato dai Longobardi e dal nome di una chiesa che ivi fu costruita, dedicata a S. Michele Arcangelo a cui erano molto devoti, assunse lo stesso nome. In epoca longobarda S. Arcangelo era un centro fortificato avanzato, dipendente dal gastaldato di Suessula, e dominava sulle terre e sui luoghi di Caivano, Cardito, Nolito, Casolla Valenzano e Pascarola. Lo stesso Castello di Caivano forse all'epoca era solo una torre, fortificazione avanzata nei confronti dei napoletani. Delle fortificazioni di S. Arcangelo rimangono i ruderi del Castello, immediatamente a lato dei resti della villa romana. Con la fondazione di Aversa da parte dei Normanni, S. Arcangelo e i luoghi dominati costituivano un feudo che contribuiva con due cavalieri. Infatti, nel Catalogo dei Baroni, del 1161 circa, è menzionato come signore del luogo 'Philippus Sancti Archangeli' (Catalogo dei Baroni; PDF 35k), mentre non sono menzionati i centri anzidetti. Successivamente man mano S. Arcangelo perse di importanza e diventò uno dei tanti casali di Aversa, specialmente dopo che Caivano venne fortificato e diventò un feudo indipendente. Ma nel 1459, nell'elenco dei casali di Aversa, S. Arcangelo con 39 fuochi era per popolazione l'ottavo fra quarantatrè. Successivamente il casale per l'impaludamento dei luoghi si spopolò sempre più fino a andare deserto nel XVII secolo. Allora, diventato oramai un bosco, fu 'Real Caccia', cioè Riserva di Caccia Reale e, unico ricordo della passata importanza, il titolare del feudo aveva il titolo di Principe. Con la nascita dei comuni e l'abolizione delle proprietà feudali, il bosco fu abbattuto e le terre distribuite ai contadini.
Per i feudatari di Sant'Arcangelo nel cinquecento e seicento si vedano i quinternioni (HTM 3k, ZIP 4k).
Saglianiello: In un documento di re Roberto del 1311, si parla di un centro abitato vicino al Clanio e chiamato Salliano. Non vi sono altri documenti in cui il luogo è menzionato come abitato nè tale centro è menzionato nelle Rationes Decimarum. D'altra parte il nome fa pensare a un praedium sallianum, forse un minuscolo villaggio andato poi definitivamente disabitato in epoca angioina.
Casarcelle: Nessun dato disponibile
Marcigliano: Si veda etimologia