I QUINTERNIONI
Nella trascrizione di Gaetano Capasso in:
Afragola. Origine, vicende e sviluppo di un “casale” napoletano,
Athena Mediterranea Editrice, Napoli, 1974.

Cardito, p. 212-214
Fonte: Archivio di Stato di Napoli, Quinternioni, Repertorio Terra di Lavoro e Molise, sec. XV-XVI; fol. 66 t + 67.

In anno 1479 Die 21 Novembris Rex Ferdinandus asserens iuste etc. habere casale Cardeti in pertinentiarum Civitatis Aversae Illud per Regiam Curiam necessitatibus libere vendidit magnifico Iacobotio de Alexandro cum eius hominibus, vaxallis, Iuribus, et Iurisditionibus, mero mixtoque imperio, et gladiy potestatem, banco Iustitiae, et cognitione causarum civilium, criminalium, et mixtarum per se, et suis ex etc. per pretio ducati quinque mille in feudum come appare in Quinternionum septimo, fol. 40, cum feudis, feudotariys, angarijs, perangariys, tappetis de oleo, passagiis, platheis, Juribus plathearum, tenimentis, silvis, acquis, aquarum decursibus, bajulationibus, et cum omnibus quemadmodum illud tenemus et possidemus etc.

Nell’anno 1479, il 21 di novembre, Re Ferdinando sostenendo giustamente etc. di possedere il casale di Cardito nelle pertinenze della Città di Aversa, per le necessità della Regia Curia lo vende liberamente al magnifico Iacobuzio de Alessandro con i suoi uomini, vassalli, Diritti e Giurisdizioni, con il mero e misto imperio, e con il potere di spada, con il banco di Giustizia, e con la competenza nelle cause civili, criminali e miste, per sé e per i suoi etc. per il prezzo di cinquemila ducati in feudo come appare nel Registro Quinternioni VII, foglio 40, con i feudi, i feudatari, le angarie, le perangarie, i tappetis de oleo, i diritti di passaggio, le platee, i Diritti delle platee, i tenimenti, i boschi, le acque, i corsi d’acqua, le baglive, e con tutte le cose che in qualsiasi modo ivi teniamo e possediamo etc.

In anno 1529 Iacobutio de Alexandro denuntiò la morte di Silvia Miraballe sua madre, la quale dice habere posseduto lo feudo di Cardito, et annui ducati 400 sopra l'intrate della terra di Supplezano, de quibus petit investiri, offerens relevium etc. In petitionum Releviorum secundo.

Nell’anno 1529 Iacobuzio de Alessandro denunziò la morte di Silvia Miraballe sua madre, la quale diceva di avere posseduto il feudo di Cardito, e ducati 400 per anno sopra le entrate della terra di Supplezano, dei quali chiede di essere investito, offrendo il relevio etc. Nelle Registro delle Petizioni dei Relevi II.

In anno 1536 lo detto Iacobotio de Alexandro asserendo tenere et possedere lo detto Castello, seu casale di Cardito cum fortellitio, hominibus, vaxallis et banco Iustitiae, et cognitione primarum et secundarum causarum, quatuor literis arbitrariis, Iuribus, et Iurisdictionibus quibuscumque, et Cesare di Gennaro suo cognato, et Dianora de Gennaro moglie d'esso Cesare asserendo tenerno le castelle di Musciano, et Torano in Apruzzo verum cum annui ducati 200 di loro Intrate ultra proventhus, et annui dc. 169 supra introitibus dohanelle Aprutiy titulo venditionis factae per Ducem Adriae per Alfonso de Ianuario eius patri per ducati 6170 manibus cautelis Regio assensu vallatis, et annui ducati 80 supra introitibus terrae Montis Herculis spectantes ad dictam Elionoram infra maiorem summam permutaverut inter eos dictum Casale cum dictis annuis ducati 449, in ducati 1760 in contantis solutis per dictum Cesarem per equalatione dicti Casalis Cardeti quod transeat cum onere solvendi Roberto de Alexandro patruo dicti Iacobotiy vita durante certos annuos introitus secundum de Iure declarabitur.
Assensus in preditta permutatione come in R. Quinternionum II, fol. 69 appare.

Nell’anno 1536 il suddetto Iacobuzio de Alessandro sostenendo di tenere e possedere il detto Castello, ovvero casale di Cardito con fortilizio, uomini, vassalli e banco di Giustizia, e con la competenza nelle prime e seconde cause, con quattro lettere arbitrarie, con i Diritti e con qualsiasi Giurisdizione, e Cesare de Gennaro suo cognato, e Dianora de Gennaro moglie del detto Cesare, sostenendo di possedere i castelli di Musciano, e di Torano in Abruzzo invero con ducati annui 200 di loro entrate oltre ai proventi, e ducati annui 169 sopra gli introiti della doganella di Abruzzo con il titolo di vendita fatta per il Duca di Adria tramite Alfonso de Gennaro suo padre per ducati 6170 in contanti per cautela avallati dal Regio assenso, e ducati annui 80 sugli introiti della terra di Monte Ercole spettanti alla suddetta Eleonora al di sotto della maggiore somma scambiarono fra loro il detto Casale con i suddetti annui ducati 449, in ducati 1760 in contanti per il detto Cesare per eguagliare il detto casale di Cardito che viene trasferito con l’onere di pagare a Roberto de Alessandro zio paterno del detto Iacobuzio vita natural durante l’introito secondo come di Diritto è dichiarato. Assenso nella predetta permutazione come appare nel Registro dei Quinternioni II, foglio 69.

In anno 1538 dictus Cesar, et Dianora coniuges asserentes tenere et possidere dictum Casale cum hominibus mero etc. cognitione primarum et secundarum causarum, et cum integro eius statu. Illud vendiderunt Magnifico Sigismundo de Loffredo, qui obtinuit a' Don Petro Vicerege quod vigore privilegij per eundem Sigismundum obtempti a' Cesarea Maiestate. In alijs feudalibus suis etc. quod non possint ea vendi, et quia ab earum successione excludantur femine etc. dictum casale etiam obtineat eandem qualitatem etc. In Quinternionum 13, fol. 140.

Nell’anno 1538 il detto Cesare, e la moglie Dianora, sostenendo di tenere e possedere il detto Casale con il mero etc. con la competenza nelle prime e seconde cause, e nel suo integro stato, lo vendettero al Magnifico Sigismondo de Loffredo, il quale ottenne dal Vicerè Don Petro che come privilegio per lo stesso Sigismondo ottenuti dalla Cesarea Maestà negli altri suoi diritti feudali etc. che non possano venderli e che dalla successione di quelli siano escluse le donne etc. il detto casale anche ottenga la stessa qualità etc. Nel Registro dei Quinternioni XIII, foglio 140.

In anno 1550 Gio. Batta de Loffredo se investì per morte del detto Sigismundo tanto di detto casale, quanto del castello di Monteforte. Quinternionum Investiturarum 4, fol. 91.

Nell’anno 1550 Giovanni Battista de Loffredo si investì per morte del suddetto Sigismondo sia del detto casale sia del castello di Monteforte. Nel Registro dei Quinternioni delle Investiture IV, foglio 91.

In anno 1550 Cesare de Loffredo denuntiò la morte de detto Gio. Battista suo padre, qui denuntiavit predictam, et focularia 26 In Casali Mugnani cum mero etc. primarum et secundarum causarum. Petitionem releviorum ...

Nell’anno 1550 Cesare de Loffredo denunziò la morte del suddetto Giovanni Battista suo padre, il quale denunziò la predetta e 26 fuochi nel casale di Mugnano, con il mero etc. delle prime e seconde cause. Registro delle Petizioni dei Relevi ...

Al detto Cesare sussesse Gio. Battista suo figlio, il quale In anno 1589 denuntiò sua morte, et possede hoggi lo detto Casale, et terra, et va per esso casale taxato in cedulare In duc. 32-0-28.

Al suddetto Cesare succedette Giovanni Battista suo figlio, che ne denunziò la morte nell’anno 1589, e possiede oggi il detto Casale e la terra, e va tassato per esso per duc. 32-0-28.