I QUINTERNIONI
Nella trascrizione di Gaetano Capasso in:
Afragola. Origine, vicende e sviluppo di un “casale” napoletano,
Athena Mediterranea Editrice, Napoli, 1974.

Caivano, pp. 195-200
Fonte: Archivio di Stato di Napoli, Quinternioni, Repertorio Terra di Lavoro e Molise, sec. XV-XVI; fol. 36 + t, 37 + t, 38 + t.

In anno 1427 la detta terra di Cayvano se possedeva per Marino de SantoAngelo Conte di Sarno, come appare in Archivio Regiae Siclae. In Registro Regine Ioanne IIae dicti temporis.

Nell’anno 1427 la detta terra di Caivano era possedimento di Marino di Sant’Angelo Conte di Sarno, come appare nell’Archivio Regiae Siclae. Nel Registro della Regina Giovanna II del detto tempo.

In anno 1452 Gio. Antonio di Marzano Duca di Sessa grand’almirante del Regno vendi à Cola Maria Boczuto di Napoli la detta terra di Caivano sitam iuxta territorium Acerrarum et alios confines pro se, suisque heredibus et successoribus ex corpore legitime descendentibus. Per prezzo di ducati 7500 cum banco Iustitiae, et cognitione causarum civilium. Alla quale vendita Re Alfonso vi assenti, come appare in R. quinternionum secundus, folio 65.

Nell’anno 1452 Giovanni Antonio di Marzano Duca di Sessa grande Almirante del Regno vendette a Cola Maria Bozzuto di Napoli la detta terra di Caivano, sita vicino al territorio di Acerra e ad altri confini, per sé e per i suoi eredi e successori consanguinei legittimamente discendenti (1). Per il prezzo di ducati 7500 con il banco di Giustizia, e la competenza nelle cause civili. Alla quale vendita Re Alfonso assentì, come appare nel Registro dei Quinternioni II, foglio 65.

In anno preditto 1452 il detto Cola Maria libere vendio la detta terra di Cayvano ad Arnaldo Sans cum omnibus suis Iuribus prout ad eum spectabat, alla quale vendita il detto Re ci assentio come appare in R. Quinternionum preditto secundo folio 72.

Nel predetto anno 1452 il suddetto Cola Maria liberamente vendette la detta terra di Caivano ad Arnaldo Sanç (2) con tutti i suoi Diritti e per quanto a lui spettava. Alla quale vendita il Re assentì come appare nel predetto Registro dei Quinternioni II, foglio 72.

In anno 1456 die 26 Iulii Re Alfonso asserendo havere esso Rè novamente comprato dal predetto Arnaldo Sans la detta terra di Cajvano mediante contratto di detta compera fatta per lo magnifico et diletto consiliario, e Prothono(ta)rio suo Arnaldo Fonnolleda a’ 29 di marzo 1456, et per il bisogno dell’apparato, che facea contro Mahometto magnifico Heverorum domino, qui partes Albaniae sevissime occupare tentabat.
Vende quella libere al spettabile Honorato Gaetano Conte di Fundi, pro se, suisque heredibus et successoribus et suo corpore leg.e descendentibus in perpetuum cum eius castro, seu fortellitio; hominibus, vaxallis, vaxallorumque redditibus, feudis, feudotarijs, serventiis nemoribus, pascuis arboribus montibus, plenis silvis, aquis aquarumque decursibus, mero mixtoque imperio, et gladij potestate, baiulatione banco Iustitiae, et cognitione causarum civilium inter homines, et per homines dictae terre Cayvani, et alios quoscumque Iurisditioni, et baiuliae, ac officialibus dictae terrae de Iure, vel approbata consuetudine, aut aliter quovis modo subiectas, aliysque Iurisdictionibus, racionibus, actionibus, et integro statu Pro pretio ducatorum novemmille curr.
Ad habendum dictam terram cum omnibus predittis immediate, et in capite a nobis, et nostra curia, ac heredibus et successoribus nostris etc. salvis nihilominus nobis, et penitus reservatis omnibus, quae in premissis maioris dominiy ratione competunt, Praeter adoha per nos remissum gratiose, prout ea habemus, et habere debemus in castris, et locis alijs dicti Regni etc. salvis etiam beneficiis cappellaniarum et juribus patronatus si qua sunt in ditta terra, et ipsarum collationibus, et presentationibus nobis, et nostris etc. reservatis specialiter etc. come appare in Q. 00 folio 303.



Nell’anno 1456, 26 luglio, Re Alfonso sostenendo di avere nuovamente comprato dal predetto Arnaldo Sanç la terra di Caivano mediante contratto di detta compera fatta mediante il magnifico e diletto consigliere e Protonotario suo Arnaldo Fonnolleda il 29 marzo 1456, per il bisogno dei preparativi, che faceva contro Maometto magnifico signore degli Avari, che ferocissimamente tentava di occupare le terre dell’Albania, vende quella liberamente allo spettabile Onorato Gaetano Conte di Fondi, per sè e per i suoi eredi e successori consanguinei legittimamente discendenti, in perpetuo con il suo castello, o fortilizio, con gli uomini, vassalli, e i redditi dei vassalli, i feudi, i feudatari, serventi, boschi, pascoli, alberi, monti, selve, acque e corsi d’acqua, con il mero e misto imperio (3), e con il potere della spada, con la bagliva (4), il banco di Giustizia, e la competenza nelle cause civili tra gli uomini e per gli uomini della detta terra di Caivano, e qualunque altra cosa nella Giurisdizione, e nelle competenze di bagliva, e delle ufficiali della detta terra di Diritto, o di approvata consuetudine, o altrimenti in qualsiasi modo soggette, e con le altre Giurisdizioni, ragioni, azioni, e nello stato integro per il prezzo di novemila ducati in contanti.
Ad avere la detta terra con tutto quanto predetto immediatamente, ed a carico nostro e della nostra curia e degli eredi e successori nostri etc., fatte salvo nondimeno per noi e interamente salvaguardate tutte le cose che competono in ragione del premesso maggior dominio, con l’eccezione dell’adoha (5) cui noi graziosamente rinunziamo, secondo quanto quelle cose abbiamo e dobbiamo avere nei castelli e in altri luoghi del Regno etc. fatti salvi anche i benefici delle cappellanie e i diritti di patronato, se vi sono nella predetta terra, e delle raccolte degli stessi, e della presentazione a noi, ed ai nostri etc. salvaguardati specialmente etc. come appare nel Registro dei Quinternioni ..., foglio 303.

In anno 1489 lo detto Honorato essendo in ultimis constituto fece suo ultimo testamento, nel quale istituì suo herede nel contato di Fundi, et di Trayetto, et in certe terre in campagna di Roma Honorato Gaietano suo nepote, et nel contato di Murcone consistente in la detta terra di Murchone cum titulo comitatus Santo Marco de Cavotis, santo Georgio de Molinaria, castris Petrae maioris, et Coffiani, nec non in la detta terra di Cayvano instituì herede Iacobo Maria Gaietano, fratello di detto Honorato, et similmente nepote di do Honorato testatore, quali erano figli di Pietro Berardino Gaietano figlio primogenito di esso Honorato Xeniore il quale per molte cause havea exheredato detto Pietro Berardino suo primogenito et loro padre come nel detto suo testamento appare sopra del quale fo per Re Ferrante prestito il Regio Assenso in forma, come in squarciafolio folio 79.

Nell’anno 1489 il suddetto Onorato, nelle estreme ore della sua vita, fece il suo ultimo testamento, nel quale istituì suo erede nel contado di Fondi e di Traetto, e in certe terre in campagna di Roma, Onorato Gaetano suo nipote, e nel contado di Morcone, consistente nella suddetta terra di Morcone col titolo di conte di San Marco dè Cavoti, in san Giorgio di Molinara, nei castelli di Pietra maggiore e di Coffiano, nonchè nella detta terra di Caivano istituì erede Giacomo Maria Gaetano, fratello di detto Onorato, e similmente nipote di detto Onorato testatore, i quali erano figli di Pietro Berardino Gaetano figlio primogenito di esso Onorato seniore il quale per molte cause aveva diseredato detto Pietro Berardino suo primogenito e loro padre come nel detto suo testamento appare, sopra del quale fu dal Re Ferrante espresso il Regio Assenso in forma, come in squarciafolio foglio 79.

In anno 1504 Re Cattolico per rebellione di detti Honorato, et Iacovo Maria Gaetani fratelli, nepoti del detto Honorato Xeniore ut supra, donò detta terra di Cauvano una cum aliys All’Ill. Prospero Colonna in remunerationem suorum servitiorum pro se, suisque heredibus, et successoribus in perpetuum, et in feudum sub contingenti feudali servitio, et adhoa etc. ut in R. Q. V, folio 77.

Nell’anno 1504 il Re Cattolico per ribellione di detto Onorato, e di Giacomo Maria Gaetani, fratelli, nipoti del detto Onorato seniore come sopra, donò la detta terra di Caivano insieme con altre all’Ill. Prospero Colonna in remunerazione dei suoi servigi per sé e per i suoi eredi e successori in perpetuo, e in feudo con il servizio feudale relativo, e con l’adoha etc. come nel Registro dei Quinternioni V, foglio 77.

In anno 1506 fuit facta captatio pacis, et federis inter dictum Regem cattolicum, et Regem Franciae, cuius vigore fuit conclusum quod omnes feudatarij, qui partes dicti regis Franciae tenuerant restituentur in possessione eorum feudorum prout erant in Initio belli incepti in anno 1502, et proinde dicti Gaietani fuerunt restituti quo ad istam terram Cajvani, comitatum Morconi, et terra Pedimontis tantum, pro quibus dicto Prospero fuit concessum excambium per eundem Regem. Come appare in Quinterninum IX; folio 15, et 22.

Nell’anno 1506 fu conseguita la pace e fu stabilito un patto tra il detto Re cattolico, e il Re di Francia, per forza del quale fu concluso che tutti i feudatari, che avevano tenuto le parti del detto re di Francia fossero restituiti nel possesso dei loro feudi come erano nell’inizio della guerra iniziata nell’anno 1502, e pertanto i detti Gaetani ebbero in restituzione questa terra di Caivano, la contea di Morcone, e la terra di Piedimonte soltanto, per i quali al detto Prospero furono concessi beni in cambio dallo stesso Re. Come appare nel Registro dei Quinternioni IX, foglio 15, e 22.

In anno 1528 lo detto Iacobo Maria Gajtano fo rebelle della Cesarea Maestà come appare in Quint. 2° fol. 144.

Nell’anno 1528 il suddetto Giacomo Maria Gaetano fu ribelle della Cesarea Maestà come appare nel Registro dei Quinternioni II, foglio 144.

In anno 1530 lo Cardinal Colonna per commentatione del Principe d’Oranges che all’hora se ritrovava contra Florentiam per necessitatibus Regiae Curiae vendì alla magnifica Emilia sen(ora) de la Crapona vidua relitta del quondam sec(retario) Antonio Seron la terra de Cayvano cum eius castro, hominibus etc. Iuribus et Iurisditionibus primarum et secundarum causarum et cum integro eiusque statu per ducati 6665 et per che s’è visto che le intrate di detta terra se ritrovano tutte alienate a diverse persone, di modo, che in quella non competeva cosa alcuna alla detta Regia Corte, immo le dette alienationi eccedeano le intrate di quella in annui ducati 248-3-15 per questo li vende annui ducati 665 de pagamenti fiscali con patto de retrovendendo quandocunque cioè annui ducati 364-0-15 supra fructibus dictae terrae Caivani, annui ducati 151, super fiscalibus Sancti Laurentiy, ducati 141-4-14 super fiscalibus Sancti Laurenzelli, et ducati 80,15 super fiscalibus Matalonis, cum pacto, quia quandocumque fuerit reintegrati Introitus dictae terrae, et consignati fuerint dictae Emiliae, quia teneantur relaxare consimilem quantitatem dictorum fiscalium in beneficium Regie Curie in feudum tam et, sub feudali servitio seu adhoa etc. et hoc pro ducatis 6665 solutis dictae de hoc modo videlicet: ducati quind(ecim) mille de contantis, et scuti mille, et quingentum fuerunt fatti boni dicte Emiliae pro totidem sibi debitis ex causa mutui facti Regiae Curiae consimilis quantitatis per dictum quondam Antonium Seron eius virum etc., et di tutto questo detto Cardinale ne fa peso alla detta Emilia in ampla forma nomine quo supra sub datum Neap. die 20 Iuliy 1530, Registrato in privilegiorum locumtenentiae XVI, et in exequtoriarum Vestre Camerae 30, folio 232, quod privilegium iubet dictus dominus Cardinalis infra annum Registrari in quinternionibus Regie Curie, et non fuit factum, nec registratum.
Hec omnia patent in processu penes Sergium vertente inter magnificos Cesarem Caracciolum, et Regium fiscum pro liberatione cuiusdam pecunie quantitatis.

Nell’anno 1530 il Cardinale Colonna per i preparativi del Principe d’Oranges che allora si ritrovava contro Firenze per necessità della Regia Curia vendette alla magnifica Emilia signora della Crapona vedova del fu segretario Antonio Seron la terra di Caivano con il suo castello, gli uomini etc. con i Diritti e le Giurisdizioni nelle prime e seconde cause e nel suo integro stato per ducati 6665 e visto che le entrate della detta terra si ritrovano tutte alienate a diverse persone, di modo che in quella non competeva cosa alcuna alla detta Regia Corte, e pertanto le dette alienazioni eccedevano le entrate di quella in ducati annui 248-3-15, per questo le vende ducati annui 665 di pagamenti fiscali con patto di retrovendita (6) in qualsiasi momento, vale a dire ducati 364-0-15 sopra i frutti della suddetta terra di Caivano, ducati 151 sopra i diritti fiscali di Santo Laurenzio, ducati 141-4-14 sopra i diritti fiscali di Santo Laurenzello, e ducati 80,15 sopra i diritti fiscali di Maddaloni, col patto che in qualsiasi momento fossero reintegrati gli introiti della detta terra e consegnati alla detta Emilia, debba essere liberata una simile quantità dei suddetti diritti fiscali in beneficio della Regia Curia in feudo tuttavia e sotto servizio feudale ovvero adoha etc. e ciò per ducati 6665 pagati dalla suddetta in questo modo e cioè: ducati quindicimila in contanti, e scudi mille e cinquecento furono fatti buoni alla suddetta Emilia per tanto a sè dovuti a causa di un mutuo fatto dalla Regia Curia di una identica quantità per il suddetto fu Antonio Seron suo marito etc., e di tutto questo detto Cardinale ne fa carico alla detta Emilia in ampia forma in nome del quale sopra sottoscritto in Nap. 20 Luglio 1530, annotato nel Registro dei Privilegi della Luogotenenza XVI, e nel Registro degli Atti Esecutivi della Vostra Camera XXX, foglio 232, il quale privilegio il suddetto signor Cardinale comanda che entro l’anno sia registrato nei quinternioni della Regia Curia e non fu fatto, nè registrato.
Tutte queste cose si evidenziano nel processo nelle mani di Sergio vertente tra i magnifici Cesare Caracciolo ed il Regio fisco per la liberazione di una certa somma di denaro.

In anno 1535 Constantia Pignatella asserendo habere ottenuto assistentia pro suis dotibus contra il Regio fisco sopra la terra di Cayvano, et feudo di pietra maiure, que fuerunt in bonis dicti Iacobi Mariae Gaietani eius viri cum conditione che havesse da pagare alla Regia Curia ducati 6600 per pagarnoni per essa Regia Curia ad Emilia della Crapona, alla quale la detta terra, et feudo cum annuis ducatis 660 di pagamenti fiscali se ritrovava venduta con patto de retrovendendo per ... 6600, et per che non haveva detta summa vendì detta terra ex nunc per tunc perventaque fuerit in sui posse à Manuele Malusino con patto de retrovendendo per ducati 7200 et per che per li detti ducati 6600 erano stati venduti alla detta Emilia la detta terra, et feudo con annui ducati 660 di pagamenti fiscali predetti, vole, che della detta summa ne habbino da pervenire in benefitio di detta Contanza, et successoro del detto Manuele annui ducati 5281/2 delli fiscali, et sopra l’Intrate di detto feudo se intendano venduti al detto Manuele altri annui ducati 1191/3 alli predetti ducati 7200, et il resto debbia cedere alla Regia Corte come appare in Quinternionum 20 folio 359.

Nell’anno 1535 Costanza Pignatelli sostenendo di avere ottenuto assistenza per le sue doti contro il Regio fisco sopra la terra di Caivano e per il feudo di Pietra maggiore, che furono fra i beni del suddetto Giacomo Maria Gaetano suo marito con la condizione che avesse da pagare alla Regia Curia ducati 6600 da pagare da essa Regia Curia ad Emilia della Crapona, alla quale la detta terra ed il feudo con ducati annui 660 di pagamenti fiscali si ritrovava venduta con patto di retrovendita per... 6600, e poichè non aveva la detta somma vendette la suddetta terra da ora per allora e pervenuta in potere di Manuele Malusino con patto di retrovendita per ducati 7200 e poichè per i detti ducati 6600 erano stati venduti alla detta Emilia la detta terra ed il feudo con ducati annui 660 di pagamenti fiscali predetti, vuole che della detta somma ne abbiano da pervenire in beneficio di detta Costanza, e successori del detto Manuele ducati annui 5281/2 degli introiti fiscali, e sopra le entrate del suddetto feudo si intendano venduti al detto Manuele ulteriori ducati annui 1191/3 ai predetti ducati 7200, e il resto si debba cedere alla Regia Corte come appare nel Registro dei Quinternioni XX, foglio 359.

In anno 1530 sub die 28 Aprilis la Cesarea Maestà di Carlo quinto publicò editto per lo quale indultò tutti quelli, che nell’anno 1528 forno inquisiti de rebellione preter, et excetti molti nominati expressamente per nome, et cognome in detto indulto.
Per questo io credo che detto Giacovo Maria Gaetano sia stato uno dell’indoltati tanto più, che lo detto Giacovo Maria essendo stato condennato a’ perpetuo carcere la Cesarea Maestà à supplicare detta Città di Napoli lo indultò, et perdonò, et lo reintegrò quoad personam tantum, ut latius patet infra folio ... In tract. Magistratum.

Nell’anno 1530, nel giorno 28 Aprile, la Cesarea Maestà di Carlo V pubblicò l’editto con il quale amnistiò tutti quelli, che nell’anno 1528 furono inquisiti di ribellione con l’eccezione di molti nominati espressamente per nome e cognome in detto indulto.
Per questo io credo che il suddetto Giacomo Maria Gaetano sia stato uno degli amnistiati tanto più, che il predetto Giacomo Maria essendo stato condannato al carcere perpetuo, la Cesarea Maestà dietro le suppliche della Città di Napoli lo amnistiò, e perdonò, e lo reintegrò per ciò che concerne la persona soltanto, come più sotto appare sotto al foglio ... Nel tratt. dei Magistrati.

In anno 1541 havendo essa Constancia, et Giacomo Maria coniugi maritata loro figlia nomine Geronima con Don Baldaxarro Acquaviva li donorno in parte delle doti promesseli la detta terra di Cayvano recuperata sarà da mano del detto Emanuele come appare in Quinternionum 18, folio 245.

Nell’anno 1541 Costanza ed il coniuge Giacomo Maria avendo fatto sposare la loro figlia di nome Geronima con Don Baldassarro Acquaviva donarono loro in parte delle doti promesse la detta terra di Caivano non appena sarà recuperata dalle mani del detto Emanuele come appare nel Registro dei Quinternioni XVIII, foglio 245.

In anno 1543 il detto Don Baldaxarro Acquaviva promette a Scipione Carrafa conte di Morcone vendere la detta terra di Cajvano per ducati 13 mila così, come ad esso era stata data in dote ut supra, come appare in Quinternionum 22 folio 348.

Nell’anno 1543 il suddetto Don Baldassarre Acquaviva promette a Scipione Carrafa conte di Morcone di vendere la detta terra di Caivano per ducati 13 mila così come ad esso era stata data in dote come sopra annotato, come appare nel Registro dei Quinternioni XXII, foglio 348.

In anno 1550 volendo lo detto Scipione pagare a detto Domino Baldaxarre li ducati 13 mila, et mille di più per altre cause debiti non havendo denari pro manibus le dona insolutum per detti ducati 14 mila: la bagliva di santo Paolo di questa Città di Napoli, la quale esso Scipione tenea in feudum a Regia Curia, ut in Quinternionum 28 folio 19.

Nell’anno 1550 volendo il suddetto Scipione pagare a detto Don Baldassarre i ducati 13 mila, e mille di più per altre cause dovuti, non avendo denari a disposizione gli dona a titolo di pagamento per detti ducati 14 mila: la bagliva di santo Paolo di questa Città di Napoli, la quale esso Scipione teneva in feudo dalla Regia Curia, come nel Registro dei Quinternioni XXVIII, foglio 19.

In anno 1558 lo detto Scipione permutò con Lojse Carrafa Principe di Stigliano la detta terra di Cajvano con le terre di Athena et Sala, et certe case in Napoli con ducati 11 mila di refusura, et quantitas delle dette terre etc. ne sequesse evittione il detto Lojse promese pagare a detto Scipione ducati 15 mila, come appare in Quinternionum 48, folio 138, et folio 143 dove ci è l’assenso prestito per Sua Maestà con giurisditione che se intenda prestito citra preiudicium deliberationis faciende super revocatione venditionis, dictarum terrarum Athenae, et Salae fattae per dictam Regiam Curiam dicto Principi; ita que si per litem super hoc motam decerneret in favorem Regij fisci Assensus predittus quo ad dictam in excutionem consignationem dictarum terrarum Athenae et Salae sit nullus, etc.

Nell’anno 1558 il suddetto Scipione permutò con Luigi Carrafa Principe di Stigliano la terra di Caivano con le terre di Atena e Sala, e certe case in Napoli con ducati 11 mila di refuso, e quantità delle dette terre etc. affinchè non ne seguisse evizione il detto Luigi promise di pagare al suddetto Scipione ducati 15 mila, come appare nel Registro dei Quinternioni XLVIII, foglio 138, e foglio 143 dove vi è l’assenso prestato per Sua Maestà con la condizione che si intenda prestato fatto salvi gli esiti della deliberazione da farsi sopra la revoca della vendita delle dette terre di Atena e Sala fatta per la Regia Curia dal suddetto Principe; cosicché se la lite sopra ciò vertente si risolvesse in favore del Regio fisco l’Assenso predetto in esecuzione del quale avvenne la consegna delle dette terre di Atena e Sala risultasse nullo, etc.

In anno 1573 la detta Regia Corte vendio a detto Ill. Principe di Stigliano la cognitione delle seconde cause in detta terra de Cajvano con la portulania predictarum terrarum pro se, et suis ex etc. In feudum. In Quinternionum Instrumentorum Regiorum Quarto fol. 321.

Nell’anno 1573 la Regia Corte vendette al detto illustrissimo Principe di Stigliano la competenza nelle seconde cause nella detta terra di Caivano con i diritti di portulania delle predette terre per sé, e per i suoi etc. In feudo. Nei Registri dei Quinternioni degli Atti Notarili Regi IV, foglio 321.

In anno 1577 Don Antonio Carrafa denuntiò la morte di detto Lojse suo patre; et pagò il debito relevio non solamente per la detta terra de Cajvano, ma anco per tutto lo Stato, che esso Lojse possedeva, come appare in petitionum releviorum ... fol ...

Nell’anno 1577 Don Antonio Carrafa denunziò la morte di detto Luigi suo padre; e pagò il dovuto relevio (7) non solamente per la detta terra di Caivano, ma anche per tutto lo Stato, che esso Luigi possedeva, come appare nel Registro delle Petizioni dei Relevi ... foglio ...

In lo medesimo quasi anno Don Lujse Carrafa denuntiò la morte del detto Don Antonio suo padre, il quale similmente pagò il debito relevio tanto per la detta terra di Cajvano, quanto per tutto detto altro stato, come appare in Petitionum Releviorum...
Il quale Don Lojse al presente possede detta terra una con detto Principato de Stigliano, et altre terre, etc. Et in Cedulare adhoae nessuno va taxato per la detta terra di Caivano, talche per quella non se paga adoho, et puto per le già dette parole di Re Ferrante, dove a’ tempo, che la vendì al predetto Honorato Gaetano dice che se reserva omnia sibi debita maioris dominij ratione preter adoha quod gratiose remittit.
Abenche di questo ne pende lite in banca magnifici Squillantis.
Et adverte quia tempore quo Istatus possidebatur per P. Colunnam vigore concessionis de illa sibi factae per Regem Cattolicum taxabatur in Cedulare adhoa in ducatis ...

Quasi nel medesimo anno Don Luigi Carrafa denunziò la morte del detto Don Antonio suo padre, e similmente pagò il dovuto relevio tanto per la detta terra di Caivano, quanto per tutto il suddetto altro stato, come appare nel Registro delle Petizioni dei Relevi ...
Il quale Don Luigi al presente possiede la detta terra insieme con il suddetto Principato di Stigliano ed altre terre, etc. E nel Cedolare dell’adoha nessuno va tassato per la detta terra di Caivano, poiché per quella non si paga adoha, e credo per le già dette parole di Re Ferrante, dove al tempo che la vendette al predetto Onorato Gaetano dice che si riserva tutte le cose a sè dovute per ragione del maggior dominio con l’eccezione dell’adoha cui graziosamente rinunzia.
Benché di questo ne pende lite nelle mani del magnifico Squillante.
E avverte che poiché ai suoi tempi lo stato era posseduto per P. Colonna in forza della concessione di quella a sè fatta dal Re Cattolico era tassata nel Cedolare dell’adoha in ducati ...

In anno 1596 lo detto Lojse Principe di Stigliano vende libere la detta terra di Cajvano ad Andrea Mattheo Acquaviva de Aragona Principe di Caserta per ducati 38 mila cum mero etc. ..., primis et secundis causis, portulania, ponderibus et mensuris, et cum aliys corporibus partium descriptis per franca etiam dal peso dell’adoho, atteso dice tenere detta terra in feudum, ma franca de adoho.
Assensus in Quinternionum 17, folio 113.

Nell’anno 1596 il suddetto Luigi Principe di Stigliano vende liberamente la detta terra di Caivano ad Andrea Matteo Acquaviva di Aragona Principe di Caserta per ducati 38 mila con il mero etc. ..., con le prime e seconde cause, i diritti di portulania, i pesi e le misure, e con altri corpi descritti delle parti, affrancata anche dal peso dell’adoha, visto che dice di tenere la detta terra in feudo, ma affrancata dalla tassa dell’adoha.
Assenso nei Registri dei Quinternioni XVII, foglio 113.



Note:
(1) Non quindi per i figli adottivi ed i parenti acquisiti.
(2) Questi era il capitano che per ben 14 anni aveva sostenuto un assedio nel Castel Novo (Maschio Angioino) in nome di Re Alfonso di Aragona che rivendicava il Regno di Napoli.
(3) Il potere di amministrare giustizia e di erogare pene, salvo che per i delitti più gravi come ad esempio quello di lesa maestà.
(4) Era una sorta di polizia urbana.
(5) Era una tassa che si pagava a riguardo di un feudo.
(6) Con la condizione cioè che in caso di ripensamento si poteva riavere il bene ceduto ritornando indietro la cifra ricevuta.
(7) La tassa di successione.