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§3. Le centuriazioni romane

E’ ben noto che i romani allorché assoggettavano una città o un territorio mandavano nei luoghi conquistati dei coloni e assegnavano loro congrui lotti di terra. A questo scopo le terre erano suddivise in strisce (scamnatio, strigatio) o in quadrati regolari (centuriatio). Le prime forme sono più arcaiche mentre la centuriatio costituisce la modalità di accatastamento del territorio di gran lunga prevalente in epoca classica. Con la centuriazione si costituiva un reticolo estremamente regolare di strade ortogonali, affiancate da canali di scolo, e delimitanti quadrati di territorio che venivano ulteriormente suddivisi.
In generale, le strade orientate in senso nord-sud, o che più si avvicinavano a tale orientamento, erano dette cardines, mentre quelle ad esse ortogonali erano chiamate decumani (2). Vi sono importanti eccezioni a questa regola (3) ma, per evitare fraintendimenti e poiché in genere non è determinabile quali fossero i cardines e quali i decumani, chiameremo sempre cardini i limites più vicini all’orientamento nord-sud e decumani i limites ad essi ortogonali.
Fino a pochi anni orsono per alcune delle terre oggetto del nostro interesse era conosciuta una sola centuriazione, ben descritta da Gentile nel 1955 (4).
Ma, dopo una serie di osservazione aeree svolte nel periodo dal 1981 al 1986 sulla Regio Latium et Campania, vale a dire sul territorio che va da Roma a Salerno, e su qualche zona appenninica adiacente, Chouquer et al. nel 1987 hanno pubblicato un formidabile lavoro in cui davano notizia di ben 63 accatastamenti romani che andavano ad aggiungersi ai 17 finora conosciuti per l’area esaminata (5). Per quanto concerne la nostre terre erano segnalati quattro altri accatastamenti in precedenza sconosciuti e tutti effettuati con il metodo della centuriazione.
Descriviamo quindi brevemente le cinque centuriazioni riguardanti la nostra zona:
1) Ager Campanus I (6) (fig. 2; da Chouquer, parziale, ritoccata). Fu realizzata nel 131 a. C. in attuazione della Lex agraria Sempronia del 133 a. C., con Tiberio Gracco tribuno della plebe e Tiberio Gracco, Caio Gracco e Appio Claudio Pulcher triumviri agris iudicandis adsignandis (7). Il modulo, vale a dire la lunghezza del lato di ogni quadrato, è di 705 metri o, secondo la misurazione romana, di 20 actus (8). L’orientamento dei cardini è quasi perfettamente in direzione nord-sud con una lievissima inclinazione verso est (N-0°10’E). Si estende da Casilinum (Capua) e Calatia (presso Maddaloni) a Marano ed Afragola nella direzione nord-sud e da Caivano a Villa Literno nella direzione est-ovest. Il territorio di Acerrae non fu interessato da questa centuriazione. Con l’eccezione di Acerra, tracce di questa centuriazione sono visibili in tutte le aree del nostro studio.
2) Ager Campanus II (9) (fig. 3; da Chouquer, parziale, ritoccata). Fu realizzata all’epoca di Silla e di Cesare (83-59 a. C.) (10). Il modulo è di 706 metri, 20 actus. L’orientamento dei cardini presenta una lieve inclinazione verso ovest (N-0°40’W). L’estensione corrisponde a quella dell’Ager Campanus I con in più le terre fra il Clanius (Regi Lagni) ed il Volturno dette Ager Stellatis, una maggiore estensione al di là di Calatia e in direzione di Cuma e di Liternum e con in meno le terre ad oriente di Atella e contemporaneamente a sud del Clanio.
3) Acerrae-Atella I (11) (fig. 4; da Chouquer, ritoccata). Risale all’epoca di Augusto ed il modulo è di circa 565 metri, 16 actus. I cardini sono fortemente inclinati verso ovest (N-26°W). L’estensione va da Acerra a S. Antimo in senso est-ovest e da Orta di Atella a Secondigliano e Casoria in senso nord-sud. Tracce evidenti di questa centuriazione sono presenti su tutti i comuni del nostro studio, tranne che Succivo e zone limitrofe verso ovest, e costituiscono un elemento di forte influenza anche per le odierne strutturazioni urbane.
4) Atella II (12) (fig. 5; da Chouquer, ritoccata). E’ di certo posteriore alla centuriazione Ager Campanus II e probabilmente anteriore all’epoca di Augusto. Il modulo è di 710 metri, 20 actus e i cardini sono fortemente inclinati verso est (N-33°E). L’estensione è limitata e riguarda il solo territorio di Orta di Atella e piccole porzioni dei territori di Succivo, S. Arpino, Frattaminore e Caivano. Le tracce di questa centuriazione sono molto evidenti.
5) Nola III (13) (fig. 6 da Chouquer, parziale, ritoccata). Risale all’epoca dell’imperatore Vespasiano. Il modulo è di 707 metri, 20 actus e i decumani sono inclinati verso est (N-15°E). Si estende da Acerra fino a Nola, Lauro di Nola, Sarno, S. Marzano ed Ottaviano. Solo il territorio di Acerra fra quelli dei Comuni del nostro studio è interessato da questa centuriazione.










Note:
(2) Aniello Gentile, La romanità dell’agro campano alla luce dei suoi nomi locali. I - Tracce della centuriazione romana. In: Quaderni linguistici, Università di Napoli, Istituto di Glottologia, Napoli 1955, p. 12.
(3) Gentile, p. 20
(4) Op. cit.
(5) Gérard Chouquer, Monique Clavel-Lévêque, François Favory e Jean-Pierre Vallat, Structures agraires en Italie Centro-Méridionale. Cadastres et paysage ruraux. Collection de l’Ecole Française de Rome - 100, Roma 1987.
(6) Chouquer, p. 90, pp. 202-206.
(7) Chouquer, p. 217.
(8) Un actus equivaleva a 120 piedi romani e corrispondeva a poco più di 35 metri. Nell’ambito di ciascuna centuriazione i lati dei quadrati sono omogenei per dimensione, ma nel confronto fra diverse centuriazioni i 20 actus oscillano fra un minimo di 705 metri (Ager Campanus I) ed un massimo di 710 metri (Atella II).
(9) Chouquer, p. 90, pp. 199-202.
(10) Chouquer, p. 90, pp. 219-221.
(11) Chouquer, p. 90, pp. 207-208.
(12) Chouquer, p. 90, pp. 208-209.
(13) Chouquer, p. 90, pp. 211-212.