FRATTAMAGGIORE Pag. 1 2 3 4 5

Cenni storici:
Frattamaggiore: Il territorio fu oggetto di centuriazione sia all'epoca dei Gracchi (Ager Campanus I, circa 133 a. C.; IMG rid. 16k, est. 22k) che in età augustea (Acerrae-Atella I; IMG rid. 21k, est. 29k). Le persistenze relative alla seconda centuriazione sono notevoli mentre per la prima non vi sono tracce evidenti (IMG rid. 49k, est. 50k; per una panoramica dei luoghi si veda: IMG rid. 377k, est. 363k). Il nome del luogo indica la preesistenza di un bosco successivamente tagliato per fare posto a coltivazioni. La prima menzione del luogo, dell'anno 921, è di poco successiva all'epoca della distruzione di Miseno da parte dei saraceni. I fatti inoltre che sia a Miseno che a Frattamaggiore era ed è vivo il culto di S. Sosio e che era presenta una attiva lavorazione della canapa per la produzione di funi, sono elementi a favore della tradizione di una immigrazione di famiglie in fuga da Miseno all'origine della fondazione del centro. Il punto centrale di Frattamaggiore, la chiesa di S. Sosio, sorge al centro di una piccola zona dove le tracce di centuriazione sono assenti mentre tutto intorno le persistenze e le tracce della centuriazione augustea sono evidentissime. Ciò è a favore dell'ipotesi di fonte tradizionale, a prescindere dai ricami e dai significati di cui è stata caricata. Con l'invasione Longobarda Frattamaggiore pur a confine fra il territorio dominato da Benevento e quello sotto il dominio napoletano, cadde sotto l'influenza di Napoli diventando uno dei suoi casali. Tale rimase fino alla costituzione dei comuni in epoca murattiana. Frattamaggiore apparteneva alla diocesi atellana e non passò a quella napoletana nonostante il confine. Con la costituzione della diocesi aversana passò a tale nuova diocesi. Il centro è riportato nella carta del Rizzi-Zannone del 1793 (IMG 98k).